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Finché amore non ci separi
Monica Seles era una predestinata. A nove anni, in vacanza con la famiglia, vince il primo torneo di tennis e ancora non sapeva come funzionava il punteggio. Nel '90, all'età di 16 anni (!), diventa la più giovane vincitrice di sempre dei French Open. La sua carriera sembra non doversi mai incrinare: diventa la numero uno al mondo, mette in bacheca nove Gran Slam e continua a fare incetta di premi.
Poi che succede?
Succede che, come Federer e Nadal, anche la Seles ha una nemesi storica, un dualismo che ha infiammato (nel senso buono del termine) il tennis di quegli anni, e parliamo di Steffi Graf. Ma, a differenza dei due sopracitati, questa rivalità prende una piega drammatica quando un "fan morboso" della Graf in un momento di totale e ingiustificabile follia aggredisce la Seles con un coltello, pugnalandola alla schiena. Altre ricostruzioni vogliono l'aggressione di radice politica, ma non hanno mai trovato conferma.
Sebbene la ferita sia stata lieve e guaribile agevolmente da un punto di vista fisico, è da un punto di vista psicologico che la Seles, finora sempre sorridente e dalla ferrea volontà, tragicamente crolla. La stessa Graf dichiarò che per lei "non è facile essere considerata la numero uno" perché la Seles fu aggredita.
Nel 2010, dopo un calvario psicologico fatto di problemi con l'alimentazione e altri disagi psicologici, la Seles decide di condividere la sua vittoria più importante, quella con sé stessa, con gli altri in un libro dal titolo emblematico. Che è un'iniezione di fiducia per quanti sono avvolti nell'oscuro manto della depressione. Si chiama "Ho ripreso il controllo. Del mio corpo, della mia mente e di me stessa" e lo trovate su Matacena Libri.