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Finché amore non ci separi
Le suggestioni dei grandi artisti che nascondono nelle loro opere indizi e chiavi di lettura di altri affascinanti misteri sono diventate mainstream con le congetture alla base del Codice Da Vinci di Dan Brown.
Elvira Siringo, autrice del libro "Codice Shakespeare", ne rivela uno di incredibile fascino. E riguarda i Sonetti di Shakespeare, pubblicati a sua insaputa nel 1609 e riordinati da un curatore misterioso che ne celò uno. Il 155, per l'esattezza. Eppure, la chiave per decifrare questi messaggi criptici è in bella vista, sul frontespizio dell'opera. E potrebbe addirittura rispondere alla domanda per eccellenza dell'opera di Shakespeare: "Essere o non essere"?
Quando Thomas Thorpe pubblicò I Sonetti nel 1609, egli ricevette le liriche da un anonimo. Shakespeare fu allarmato e sorpreso (“egli dovette averne orrore” disse W.H.Auden) di vedere i suoi sonetti in stampa. Molte fonti autorevoli ritengono che ciò fu perché in questi versi c’è troppa passione omoerotica. In realtà ritengo che vi fossero ben altre ragioni. Il misterioso curatore li ordinò come la più poderosa “Corona di Sonetti” che sia mai stata realizzata nella letteratura di ogni tempo. Lui (o lei?) confezionò i Sonetti nascondendovene uno, il 155°, che doveva servire da messaggio privato rivolto proprio all’ignaro autore.
Trovate il "Codice Shakespeare" sul nostro portale Matacena Libri.